Domenica sarà il giorno della Maratona di Firenze. Diversi i nostri in gara alla ricerca della loro miglior prestazione sulla distanza (in bocca al lupo ragazzi). E allora, sperando sia per loro di buon auspicio, eccovi la storia di uno ‘strano’ record.
Lo sport è fatto di gesti, di emozioni, ma anche di tantissime storie al limite dell’incredibile e proprio per questo ancora più affascinanti e spesso commoventi. Come quella del giapponese Shizo Kanakuri che detiene, indubbiamente, uno dei record più ‘strani’: quello di aver corso la maratona con il tempo di 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti, 20 secondi e 3 decimi. Si, avete letto bene. Ecco come andarono le cose.
Olimpiadi di Stoccolma, 1912: l’atleta giapponese Shizo Kanakuri era uno dei favoriti della maratona, ma qualcosa andò storto. Kanakuri non tagliò mai il traguardo, anzi scomparve, e nessuno seppe più nulla di lui fino al 1962, quando... Ve lo dico dopo.
Nel 1912 alla Maratona Olimpica di Stoccolma, il Giappone era presente con due atleti. Uno di loro era il giovane Shizo Kanakuri, in patria considerato un eroe, tanto positivi erano i risultati da lui ottenuti sulla distanza. Si pensi che i due atleti giapponesi poterono partire per la lontanissima Stoccolma anche grazie ad una mobilitazione popolare che raccolse una somma per consentir loro di gareggiare nella prova ‘regina’ delle Olimpiadi. La maratona era in programma il 14 luglio e gli atleti in grado di puntare all’oro erano tre: il ‘nostro’ Shizo e due sudafricani, McArthur e Gitsham.
Quel 14 Luglio anche le condizioni meteo si adeguarono alla ‘stranezza’. Faceva un caldo bestiale per essere in Svezia, e gli atleti, per regolamento, non potevano assolutamente rifocillarsi (altro che gatorade e gel energetici). Kanakuri prese subito il comando, tallonato da McArthur, ma al trentesimo chilometro ‘scomparve’. Chissà, forse nacque lì la leggenda del muro del trentesimo kilometro. Da quel momento il nostro amico Shizo sparì nel nulla e, dopo giorni di infruttuose ricerche, venne addirittura iscritto nel registro delle persone scomparse in Svezia.
Nel 1962, 50 anni dopo quel giorno d’estate, un giornalista svedese si interessò alla storia di questo atleta giapponese e, dopo una lunga ricerca, scoprì che Shizo Kanakuri era vivo e viveva in Giappone. Raggiunto dal giornalista, dopo tutto questo tempo passato, l’ex maratoneta si sentì di raccontare la sua storia: arrivato al 30° chilometro, stremato, aveva accettato da bere da una signora e poi... si era addormentato. Un sonno ristoratore di dieci, lunghissime ore! Svegliatosi, per la vergogna, Shizo era rientrato in incognito nel suo paese.
Cinque anni dopo, nel 1967, a Stoccolma si festeggiava il 55° anniversario di quelle Olimpiadi e il Comitato invitò l’ormai settantaseienne Shizo a ‘concludere’ la sua maratona, ricominciando dal punto nel quale era crollato nel suo sonno profondo. Era sempre estate, come nel 1912, e il cronometro finalmente poté registrare il tempo di Kanakuri : 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti, 20 secondi e 3 decimi. Real Time, per la precisione.