La Cortina Dobbiaco Run ha celebrato oggi un traguardo importante, spegnendo ben 25 candeline in un'edizione destinata a rimanere nella memoria. Questa mattina, dal suggestivo Corso Italia di Cortina d'Ampezzo, sono partiti circa 3.000 atleti, provenienti da 19 nazioni e da ogni regione italiana, pronti a percorrere i 30 chilometri del tracciato che segue l'antica ferrovia che univa le due località. Le condizioni meteo perfette, con un cielo sereno e una temperatura di 24 gradi hanno reso il percorso ancor più spettacolare. I colori intensi del paesaggio si sono fusi in un contrasto mozzafiato con le vette ancora innevate del Monte Cristallo e delle Tre Cime di Lavaredo, regalando uno scenario indimenticabile. Nella competizione maschile, Njeri Simon Kamau ha dato spettacolo fin dalle prime battute. Dopo pochi chilometri ha preso saldamente la testa della gara, impostando un ritmo insostenibile per gli avversari. Con una prova di forza impressionante, Njeri ha tagliato il traguardo in solitaria, fermando il crono sul tempo di 1:40:58. Anche nella gara femminile il copione è stato simile, con Greta Haselrieder che ha condotto la corsa dall'inizio alla fine. Con una prestazione impeccabile, la Haselrieder ha tagliato il traguardo in 2:00:20, aggiudicandosi la vittoria.
I leoni della città e della BSM erano presenti in gara, ma anche nello staff degli organizzatori sotto la direzione dell'amico Gianni Poli. Il nostro Enrico Pedrali ha infatti partecipato sin da giovedì all'allestimento del village a Dobbiaco e lungo il percorso a Cimabanche dove era posizionato uno dei tanti ristori. E mi ha tenuto aggiornato con qualche fotografia. Tornando ai nostri atleti green il più veloce è stato Giancarlo Pregeli che taglia il traguardo fermando le lancette a 2:31:31. Giancarlo ha firmato un buon crono nonostante un fastidioso dolore al tallone lo stia tormentando da qualche settimana. Dietro di lui sono arrivati Fabio Pasotti in 3:13:32, Diego Rossi in 3:13:54, Franco Baiguera in 3:43:27. Chiude la cinquina Paola Chiodelli che ad una settimana di distanza dal Passatore non voleva mancare all'appuntamento tra le Dolomiti. Una 100 chilometri mi fa paura solo a nominarla, perché non farne altri 30 la domenica successiva? Non ho idea di quanti chilometri, e sono tanti credetemi, abbia macinato la nostra SF70 in tutta la sua onorata carriera, ma ditemi voi, come faccio a non complimentarmi per le sue imprese e per la sua tenacia? Se c'è da firmare qualcosa ditemi dove. Grande Paolina. P.S. Quello nel selfie non è Marco Meris.
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