lunedì 25 marzo 2013

LA MAREMONTANA FINISCE IN TRAGEDIA

Tragedia ieri alla Maremontana, gara di trail nel savonese. Paolo Ponzo, 41 anni, ex calciatore  (un paio di stagioni  in Serie A  nel Modena e circa  200 partite in Serie B), è morto in seguito ad un malore sofferto durante la gara. Ponzo stava percorrendo il tratto su Monte Acuto, a 700 metri sul livello del mare, quando, forse per il freddo intenso, ha avuto un malore. Assistito dal Soccorso Alpino e trasferito all'ospedale di Pietra Ligure, è deceduto in tarda serata. Altri 19 atleti che hanno preso parte alla gara, che si è corsa su due tracciati da 25 e 47 km, sono stati soccorsi per ipotermia. Gli atleti, arrivati quasi congelati a quota 900 sul livello del mare con una temperatura di due gradi centigradi e un fastidioso nevischio, sono stati ospitati nell'abbazia di San Pietro ai Monti. 
La prova di 47 km (2.900 mt. di dislivello positivo) con partenza dalla spiaggia di Loano e arrivo a Toirano, vedeva al via il nostro Michele Borgognoni e l'amico Matteo Berto. Ieri, per non lanciare inutili allarmi e in assenza di informazioni ufficiali, mi ero astenuto dal dire qualcosa al riguardo, ma oggi finalmente possiamo scrivere che ai nostri è andata bene. Gli organizzatori li hanno bloccati intorno al 30° km: per i due solo un gran freddo e il rischio di geloni alle mani nonostante il continuo cambio di guanti. Piuttosto i due segnalano un'organizzazione farraginosa, pochi controlli del materiale tecnico obbligatorio e ristori inadeguati. 
Tutto questo a pochi giorni dall'altra tragedia della Maratona di Tel Aviv, dove i problemi furono invece causati dal gran caldo. Saranno anche discorsi da vecchia zia, ma fatti come questi dovrebbero sempre ricordarci che corriamo per il nostro piacere e la nostra salute. Non per quella di chi resta.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ottimo "pezzo" giornalistico soprattutto da parte di chi sa bene cosa significa correre anche in condizioni estreme. Divulgherei questi messaggi agli organizzatori delle manifestazioni a futura memoria.
Chicco

Anonimo ha detto...

Devo scusarmi con te Ivano, in particolare, a cui normalmente mando tempestivamente la domenica sera la cronaca della bella giornata trascorsa, così da condividere con tutti gli amici Bsm la gioia del momento.
Stavolta non ce l'ho fatta, ieri sera non trovavo le parole giuste (e non sapevamo ancora e purtroppo tutte le notizie che man mano sono poi arrivate, e per ultima quella più tragica).
Mi scuso con te e gli amici che lì ci sapevano impegnati perché, salvo un post su Fbook scritto per rassicurare chi lì leggeva, altro non avevo mandato per dire che per Matteo, Stefano e me era comunque andato tutto bene.
L'ambiente che a noi dà tante soddisfazioni va rispettato, affrontato sempre con tanta umiltà e scrupolo, mai sottovalutato. La montagna non è "assassina", la maratona (come titolava un tg oggi) non è "killer". Tante le cose che ieri non sono state curate a dovere ma, innanzitutto, e maggior ragione in questi ambienti speciali e "primitivi", ognuno è responsabile di sé stesso e deve esserne profondamente consapevole.
Anche noi, e senza conseguenze per fortuna, abbiamo imparato domenica tante cose di cui faremo memoria ed esperienza. Per essere, e sempre di più ogni volta, adeguati alla prova, e a quanto di bello e grandioso la natura sa offrirci.
Ciao Michele (Borgo)

Steve Strange ha detto...

Ciao Michele. Non servono assolutamente le tue scuse perché non hai nessun obbligo. Sono anzi io a doverti ringraziare per tutte le volte che mi hai aiutato con generosità raccontandomi le tue/vostre imprese. Semplicemente ieri, dopo aver letto le prime brutte notizie della gara, non volevo 'preoccupare' inutilmente nessuno. In cuor mio speravo, come fortunatamente è stato, che x voi fosse tutto ok. X questo ho aspettato stamattina, quando ho avuto notizie rassicuranti da altri amici. X il resto sottoscrivo quasi tutto ciò che hai detto. La corsa, la montagna, la natura non sono da loro 'assassine', ma visto che alle volte lo possono diventare, occorre rispettarle a volte far prevalere il buon senso e saper rinunciare a qualcosa. Anche a partire, se serve. Un abbraccio.