Con più di 2mila iscritti alle varie gare in programma (42km, 21km, 10km), la settima edizione della Sanremo Marathon ha segnato un vero record nella sua storia. La giornata di ieri è stata caratterizzata da uno spettacolo di sport lungo la pista ciclopedonale del ponente ligure. Il percorso ricalca interamente la vecchia ferrovia da anni ormai spostata a monte e sostituita da questa ciclabile veloce con qualche falsopiano da affrontare. Ad accogliere i runners è stato un caldo sole accompagnato da temperature che hanno superato i 16 gradi. Nella maratona ha trionfato Stefano Avalle in 2:30:19, mentre al femminile è la transalpina Irene Gorban a conquistare lo scettro da regina in 2:58:28. Per la BSM riflettori accesi per il nostro Max Il Rebo che mette in scena un finale di stagione esaltante. Il 2024 se lo ricorderà come un buon vino di ottima annata, grazie ai PB infilati nelle tre distanze fondamentali. Dopo Bergamo sui 10km, Breno-Darfo e Verona nei 21km, si conquista il meritato PB nella distanza regina della maratona con il crono di 3:22:16. A New York esclamerebbero: Good Job guy. Ottimo lavoro ragazzo.
La Sanremo Marathon raccontata dal protagonista Max Rebollini.
Il Colore Della Maratona
"Dopo un breve riscaldamento, mi ritrovo sulla linea di partenza insieme ai top runner. Il pensiero torna velocemente indietro nel tempo di dodici mesi quando a causa di una brutta influenza dovetti abbandonare nelle ultime ore l'idea di partecipare. Alle 9:30 di ieri mattina, il colpo dello sparo mi riporta in un istante al presente e dopo un mezzo giro di pista di tartan azzurro, quasi carta da zucchero, slavato dal sole e dal sale, si procede subito in direzione ponente infilandosi in una lunga galleria costellata da installazioni luminose dedicate alle gesta dei vincitori di ciclismo delle tante Milano-Sanremo. I primi chilometri faccio fatica a tirare il freno, colto da tutto l'entusiasmo che ti assale in queste occasioni. Al 15esimo chilometro sono già in solitaria, con il mio passo. Abbiamo cambiato rotta e direzione e si torna verso levante, lungo questa interminabile ciclabile che mi farà compagnia durante tutto il percorso della maratona. Mentre corro lo sguardo si posa sull'ambiente che mi circonda e tutto parla di Liguria, le verdi montagne sulla sinistra e il blu del mare che in questa splendida giornata è accompagnato da un sole giallo che si mescola con un cielo altrettanto blu completamente assente di nuvole. Una giornata in 4K. Si passa in successione Arma di Taggia fino a Santo Stefano al Mare dove è posizionato il giro di boa ed è l'inizio di innumerevoli gallerie. Tutto questo, non prima di attraversare, dopo un'improvvisa curva cieca, un suggestivo paesaggio che ricorda i carruggi di Genova, con le case che quasi incollate tra loro si guardano. Di tanto in tanto sono tenute insieme da fantasiosi archi e i colori variano dal giallo al rosso con quelle tipiche persiane verdi. Al 26esimo km la direzione cambia verso ponente e Sanremo. Il mare mi compare ora sulla sinistra e nella testa mi rimbalza il sorriso di mio padre mentre con un grande senso di complicità ci scambiamo i complimenti per aver riparato quel motore sul piccolo motoscafo che avevamo anni fa. Sembra quasi che io stia cercando ancora quel sorriso in mezzo a tutto questo blu. Faccio scorrere questi anni passati e nei quali lui ora non c'è più. Mando giù il groppone e proseguo la mia gara. Passo il muro nemico del 30esimo chilometro. Non mi spavento nemmeno al 35esimo, ma a due chilometri dall'arrivo sento che inizia tutto a scricchiolare. Tengo duro ed entro nel mezzo giro di pista esultando. Spalanco le braccia al cielo e come un gabbiano che sbatte le ali, alzo lo sguardo al cielo infinito. Ringrazio e sorrido a mio padre. In testa mi risuona una vecchia canzone: Lassù nel blu dipinto di blu".
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