martedì 30 agosto 2022

NELL'OLIMPO DELLE ULTRA


Sono le dieci di sera di sabato 27 agosto e siedo beatamente sul divano. Lo sto aspettando da una manciata di minuti e quando improvvisamente lo vedo sbucare sul monitor in diretta TV alzo le braccia al cielo come se avessi appena visto la finale dei 100 metri di Jacobs. Diego Angella è un fenomeno e non mi lascio andare troppo ad elogiare le qualità - già più volte fatto in altre occasioni - del nostro campione. Mi limito a riportare le sue impressioni rilasciate dopo l'ultima straordinaria impresa che l'ha reso uno dei protagonisti dell'edizione 2022 dell'Ultra Trail du Mont Blanc. Diego ha preso parte ad uno dei diversi percorsi che formano questa spettacolare competizione. La CCC (Courmayeur-Champex-Chamonix) di 100 Km con 6.100m D+ classificandosi 66° assoluto e 6° italiano con il tempo di 12h54'26". Ci sono accompagnatori e famiglie, venuti con i pullman e con le macchine private per salutare il passaggio di parenti e amici. Ultimo atto di una settimana che qui ha visto passare tra le varie gare circa 7 mila concorrenti. La CCC è la sorella minore dell'UTMB e Petter Engdahl è il vincitore di questa edizione. Lo svedese vince a tempo di record in 9h53'02". Al femminile trionfo e gradino più alto del podio per la francese Blandine l'Hirondel, al traguardo 24esima assoluta in 11h40'55". 
Questo è il racconto di Diego: "Mi sono risparmiato troppo all'inizio con la paura di non riuscire a finirla. Recuperare è stato molto impegnativo soprattutto in un terreno dove si sfidano i migliori al mondo. Nonostante tutto sono contento e va bene così. Partiamo alle 9 da Courmayeur, scatenati come se fosse una Sky Race, ma dobbiamo fare 100 km! Quindi mi risparmio e mi metto in coda. Ci sono subito 1.300 metri di salita in 9 km. Saliamo con calma in fila indiana. Le gambe girano, ma continuo a rimanere al mio posto. Al Primo check Point al Rifugio Bertone, tutto bene. Al Rifugio Bonatti inizia un temporale e in meno di un minuto sono già zuppo. Non ci voleva e il sentiero diventa subito scivoloso. Siamo ancora all'inizio meglio non farsi male. Ad Arnuvaz mi cambio perché ho freddo e affrontare il Col Ferret con acqua e freddo non è il massimo. Riparto e inizio piano piano a fare il mio passo. La discesa verso la Svizzera è scivolosa, siamo in gruppo e scendiamo tutti con lo stesso passo. Arrivato alla Fouly iniziano a farmi male i piedi. Forse ho allacciato le scarpe troppo strette e così le allento un pò. Riparto, ma prima di affrontare la salita verso Champex Lac mi viene una crisi di fame. A Champex mangio e bevo e mi riprendo cercando di uscire dal Check Point carico. Mancano 45 Km, mi sento bene e mi consolo pensando che mancano solamente tre salite da circa 900 metri l'una. La prima la faccio con Christian. In discesa verso Trient recuperiamo posizioni. Alcuni che erano partiti forte hanno finito la benzina. Nella seconda salita si crea un gruppetto che si sfalda alla svelta durante la discesa. Arrivato a Vallorcine sono carico e manca l'ultima salita verso La Flegere. Ci dò dentro, recupero posizioni, ma nel frattempo cala la notte. Accendo la frontale e mi preparo ad affrontare l'ultima discesa, la più tecnica. Trovo radici, sassi che si muovono sotto il mio peso e buio tutto intorno a me. Non voglio farmi male, tanto non mi cambia. Faccio il mio passo e arrivo a Chamonix. Il sogno di tanti, ma anche il mio. E' spettacolare!".
Sono ancora davanti alla TV e penso ai miei 10 km che dovrò affrontare domenica mattina, ma rifletto sulla fantastica avventura vissuta da Diego. Cosa si pensa quando una gara si fa dura e la distanza da percorrere diventa immensa e anche il corridore più tenace diventa vulnerabile? Per Diego l'impossibile è diventato possibile e la parola magica è stata: si, posso farcela. Chapeau!




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