Conosco Marco "Keegan" da un paio di anni. E' successo tra i sentieri del Giro Del Monte Zovo mentre si correva sotto la pioggia. Lui è un runner come me, come noi. Mi sono bastati pochi minuti e qualche scambio di battute per capire che avevo a che fare con un carattere aperto. Da quel giorno ci salutiamo sempre e quando non corro, ma vado alle gare con la mia macchina fotografica, appena vedo spuntare la sua zazzera bionda gli scatto qualche foto da postare sul suo profilo. In questi giorni ho letto il suo libro e mi sono emozionato a leggere la sua storia che non conoscevo. Un libro che per una volta non parla di corsa, ma è un racconto che esprime sentimenti. Come dice Keegan:"il cuore arriva dappertutto".
Stefano
Se il racconto arrivasse nelle mani di un
produttore di Hollywood, ne nascerebbe una soap che darebbe del filo da torcere
alla saga dei Forrester (quelli di Beautiful,
per intenderci). Gli ingredienti ci sono tutti: un amore spezzato da un
distacco, una ragazza madre, un padre che ignora il figlio, un ragazzino sportivo,
un po’ “selvatico”, ma con la testa sulle spalle, a cui tutti in paese sono
affezionati. Ci sono, poi, aule di tribunale, esami di paternità, una nuova
famiglia e un’eredità curiosa. “Questione di Dna. Da figlio di nn a
proprietario di un castello che non c’è”. Storia, vera, di Marco Maccarinelli
Musesti, per tutti Keegan, raccontata da Maria Paola Pasini che, pagina dopo pagina, riportando anche
le testimonianze di amici e conoscenti, entra in una vicenda intima, fatta di
sofferenze, ma anche di capacità di affrontare a testa alta la vita. Non
inganni la foto di copertina, la zazzera platinata da guerriero vichingo
sfoggiata con orgoglio e un pizzico di vanità da Keegan, insieme ai muscoli in
bella vista, nasconde un animo gentile, generoso, nobile. Degno di un principe
con tanto di castello – o quel che ne resta – tra i boschi di Vallio Terme,
avuto in eredità da Federico Musesti che una prova del dna postuma ha
ufficializzato come suo padre. Un padre partito per andare a lavorare in
Germania, senza sapere che l’innamorata che lasciava a Prevalle, Franca,
aspettava il frutto del loro amore, interrotto proprio da quella partenza. Padre e figlio non si sono mai parlati, limitandosi
a osservarsi a distanza, dopo il ritorno di Federico in Italia. “Temevo il suo
giudizio”, racconta Keegan, spiegando quel suo tormento che ostacolava il
desiderio di essere riconosciuto come figlio ufficiale. Ragazzino vivace, diventa
uomo innamorato della vita e di sua madre, il suo mondo, che lo cresce con
amore e sacrificio, sfidando difficoltà e pregiudizi di un piccolo paese di
quasi 50 anni fa. E c’è anche
nonna Assunta a sostenerli. Le donne più importanti nella vita di Keegan, che
lui assiste amorevolmente fino alla morte. Sullo sfondo l’affetto degli amici
che sana forse solo in parte il rimpianto di quel rapporto mancato con il
padre. “Le persone vanno affrontate e io, da figlio, dovevo farlo”.
Lilina Golia - Corriere Della Sera Brescia
1 commento:
Non sapevo di questa vicenda che bene è stato deciso trasferire come ricordo e testimonianza in un libro. Da oggi guarderò con nuovi occhi il runner che molti di noi spesso incrocino alle competizioni domenicali.
A lui il mio augurio di ogni bene
Chicco Clini
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