giovedì 5 ottobre 2017

SE PENSI DI FARCELA… SEI GIA’ A META’ STRADA (cit. M.G.)



Regnana, paesino di 88 (ad oggi) anime a 1200 metri sul livello del mare, nel Comune di Bedollo, in Provincia di Trento è stato per anni la meta delle mie vacanze estive quando, ancora piccino, assieme a papà, mamma e le mie due sorelle maggiori vi trascorrevo tutto il mese di Agosto e non solo.
Le nostre giornate passavano tra le montagne limitrofe alla ricerca insaziabile degli amati porcini e le corse a perdifiato nei pascoli incontaminati di Stramaiolo, tra un’anguria da tenere in fresca per la merenda nella gelida fontana del paese e le interminabili sfide a nascondino con i pochi, ma splendidi ragazzini del posto. Ed è proprio con alcuni di questi che io e le mie sorelle abbiamo stretto delle belle amicizie, cresciute nel susseguirsi delle estati (anche se in qualità di “piccolo del gruppo” non sono mai riuscito a sentirmi davvero parte di quel grappolo di ragazzi tutti più grandicelli di me) e che, diventando man mano più adulti e frequentando sempre meno quella meta estiva, ci ha portato inevitabilmente a perderci un po’ di vista, fino oserei dire a perdere quasi completamente ogni tipo di contatto. Passano così più di 25 anni dall’ultima estate a Regnana e ad eccezione dei mie genitori e della mia sorella più grande che, un po’ per la passione dei funghi e un po’ per amicizie nutrite ad età più mature, sono riuscite a frequentare ancora qualcuno del posto, dei ragazzi di quel paesino non ho più saputo nulla. 
Poco più di un anno fa, nel mio girovagare su facebook (allora ero ancora attivo su quel social…..forse fin troppo!!!!), mi ritrovo a cercare tra i contatti qualche nome e cognome che mi riporti ai ragazzi di Regnana……. Ed è in quel momento che Monica appare tra i contatti che potrei conoscere, e così scatta la richiesta di amicizia!
Quello che ne viene fuori poi è qualcosa che, con il tempo, mi ha aperto il cuore. 
Monica oggi è mamma di 2 splendidi ragazzini, Gabriele e Chiara (che tra le altre cose le assomiglia tantissimo), è una runner come me, le piace un sacco correre, è alle prime armi e comincia a prendere dimestichezza con i chilometraggi più importanti…..10km, poi 15, poi 18 e infine i 21….. ma qualcosa entra improvvisamente e di prepotenza nella sua vita, con così tanta veemenza da scombussolarle tutto quanto le sta girando attorno in quel momento della sua vita. Monica scopre di avere un tumore.
Dura da digerire, durissima da affrontare…..genitori da mettere al corrente, i suoi figli da tranquillizzare, i primi accertamenti, i primi responsi, i dubbi, le paure, il sentirsi improvvisamente “sfuocata” in una vita che aveva ormai da tempo connotati ben precisi.
Inizia la radioterapia, mesi di angoscia tra alti e bassi, lacrime e sorrisi, carezze e pugni nello stomaco, ma che Monica ha la forza di affrontare con tutta se stessa, con tutta la sua energia (scoprirà anche lei con il tempo di averne da vendere), rendendosi piano piano conto di non essere sola, ma di essere supportata da tante persone che le vogliono bene e che credono in lei e nella sua guarigione. 
Monica e soltanto Monica, mi regala la possibilità di essere tra queste persone, di poter far parte così “intimamente” delle sue preoccupazioni, delle sue paure, del suo maledetto male!
In mezzo a tutto questo la corsa….la corsa che non manca seppur dura e pesante su quel fisico già provato dalle terapie, quella corsa che le da pace, che le fa pensare positivo, che, assieme ai suoi figli e alla sua famiglia è lo stimolo più grande, più vero, più determinante al quale potersi appigliare ora.
A “dover di cronaca” faccio un passo indietro…. ad ottobre del 2016 mi iscrivo alla Mezza Maratona di Trento; Monica stava ancora bene, io ero in gran forma, tutto sembrava perfetto e l’appuntamento era a Trento per correrla assieme così da poterci rivedere dopo tanti anni, ma a settembre la mia schiena fa “crack” e quella mia partecipazione salta, mentre Monica corre alla grande quei suoi primi, interminabili, lunghissimi 21 km. 
Un anno dopo, il 2 ottobre 2017 l’emozione più grande. 
Monica ha combattuto tutta estate con quel tumore, ha tenuto duro, si è fidata, non ha abbassato la guardia nemmeno di un centimetro e “invece di perdersi a pensare e a fare congetture su quanto ancora avesse davanti da affrontare e da soffrire, si è immersa nella consapevolezza di essere arrivata fino a quel momento, giorno dopo giorno, sfida dopo sfida”. Ora quel dannato tumore è solo un brutto ricordo, una di quelle cicatrici che ti porti dietro tutta la vita, ma che cicatrici sono, ferite un tempo aperte e che oggi non sanguinano piu! 
Quella mezza maratona siamo davvero riusciti a correrla assieme. 
Domenica Monica ed io ci siamo riabbracciati dopo più di 25 anni, e più che le nostre bocche, hanno parlato i nostri occhi, le nostre lacrime e quel lungo abbraccio a fine gara!       
Il mio “omonimo” Ginella, nell’articolo “Questo è correre” del 17/03/2017 ha omesso di scrivere anche questa tra le motivazioni che possono indurre chiunque di noi a correre: “c’è chi corre anche per questo… per dimostrare a se stesso e al male che ha dentro e che ha sconfitto che se davvero lo vuoi, sei più forte di tutto!”
Ginella
 

2 commenti:

Stefano Beltrami ha detto...

Voglio ringraziare Ginella per aver dedicato questo post ad una cara amica che ha combattuto "il mostro" ed è riuscita a vincere la gara più importante della sua vita. Non piangete mai per aver perso il sole, le lacrime vi impediranno di vedere le stelle.
La vera sfida è vivere.

Paola Chiodelli ha detto...

Bellissime emozioni ...grazie ! La vera sfida è proprio vivere !