martedì 18 luglio 2017

ALLENA-MENTE: LA MIA VITA IN GROENLANDIA

In questa calda estate vi propongo due letture appaiate che si possono leggere una dietro l’altra. Non hanno nulla a che fare con la corsa, (anche se in alcuni spunti ci si può ritrovare), ma vi introduco in una storia fatta di avventura, filosofia di vita, sopravvivenza e mistero. 
Robert Peroni ha lasciato l’Italia 40 anni fa per trasferirsi in Groenlandia in un villaggio Inuit ai margini del mondo, nel mezzo del ghiaccio. E questa è la sua bellissima storia.

La prima volta che ho ascoltato l’intervista di Robert Peroni alla radio mi sono incuriosito e ho messo i suoi libri fra quelli da leggere. Una meravigliosa scoperta, gli inuit, la Groenlandia. Da leggere assolutamente.


Quando Robert Peroni, trent’anni fa, arriva in Groenlandia per battere l’ennesimo record, si sente sperduto: una famiglia in Italia, e una professione, quella di esploratore, di cui non capisce più il senso. A ridare una direzione alla sua vita sono gli inuit, vero nome degli “eschimesi”: nonostante i bianchi da anni impongano divieti che impediscono loro di vivere dignitosamente, lo accolgono come un amico, perché ogni uomo è solo se stesso e la solidarietà è un dovere. Affascinato da questa cultura, Robert si trasferisce nel centro più grosso della costa orientale, un paese di duemila abitanti, isolato nove mesi l’anno, e ne abbraccia la lingua, gli usi, le regole non scritte. Come il rifiuto di lamentarsi: la fame, il freddo, le privazioni sono accettate con il sorriso sulle labbra, perché soffrire è parte dell’esistenza. Da loro impara ad ascoltare le storie che porta il vento, la bellezza di vivere nel presente e la poesia nascosta nello sciamanesimo. “Dove il vento grida più forte” racconta l’incontro con un popolo straordinario, che ha come unica arma la dolcezza, e con una terra ostile e meravigliosa, in cui la natura è madre e matrigna, dispensatrice di vita e di morte.

Qual è il momento della nostra vita di cui serbiamo per sempre il ricordo? Può essere stato un viaggio, l’incontro con una persona o un’emozione fugace: con la mente continuiamo a tornarci e ci portiamo dentro la nostalgia di quell’attimo. Robert Peroni ci racconta il suo: nel 1983 ha deciso con due compagni di attraversare da parte a parte l’altopiano groenlandese. Un’impresa folle e coraggiosa: tre uomini soli, senza possibilità di comunicare, che trascinavano slitte di più di un quintale, in una regione deserta e in gran parte inesplorata, dove neanche gli animali riescono a sopravvivere. Eppure, in quei tre mesi vissuti ai limiti delle forze, in cui ha “perso e vinto tutto”, Robert è entrato in comunione con la neve, ha imparato a riconoscerne le sfumature, a leggere i riflessi del ghiaccio e il cielo. Si è fuso in quel paesaggio immacolato e lì, nudo di fronte a se stesso, ha trovato il proprio senso di appartenenza, tanto che al ritorno non ha più saputo adattarsi a una vita normale e si è trasferito in Groenlandia. Oggi, a trent’anni di distanza, ripercorre l’avventura che ha dato una nuova direzione alla sua vita, e ci racconta cosa ha scoperto: un popolo, gli inuit, che sa accettare la morte e la felicità con semplice saggezza; uomini come Tobias, il cacciatore, e Anda, il suonatore di tamburi, che hanno imparato a vivere nelle case, ma sentono ancora il richiamo degli spazi infiniti dei loro antenati nomadi; e l’incanto di una terra, bella e insidiosa quanto i ghiacci che le danno forma.

Leggeteli e non ve ne pentirete!

Nessun commento: