Già lo scorso anno, di rientro dalla Maratona di Stoccolma, il nostro Sandro Monchieri ci aveva deliziato con il racconto della sua fatica scandinava. Domenica, in compagnia di Silvio Malè, Sandro ha corso la 42 di Copenhagen e anche stavolta ha voluto raccontarci in modo simpatico la sua gara. A Sandro rinnoviamo i nostri complimenti per la corsa e per il piacevole racconto. A Silvio, invece, "solo" quelli per la corsa e per il "Personale".
Per chi suona la campana
Sono seduto al caldo sole del molo di
Teghtholmen aspettando il piccolo battello che tra poco ci riporterà
verso "casa".
Abbiamo appena concluso la maratona di
Copenaghen, la città silenziosa, capitale della Danimarca, la
Venezia del nord.
Così, lentamente e silenziosamente ci
siamo portatati in zona partenza, accompagnati da una speaker molto
discreta che in una strana lingua piena di kk e yy impartiva
istruzioni e ringraziamenti.
Qui la prima anomalia: le griglie di
partenza non esistono; al contrario ti viene indicato dove
eventualmente partire in base al tuo tempo stimato; da noi sarebbe
una giungla qui, al contrario, tutti sembrano rispettare le indicazioni
e nessuno sembra fare il furbetto .
I primi km scorrono veloci. Non parla
praticamente nessuno, il tifo è insonorizzato, la città sembra
ovattata. Qui penso sia stato brevettato il battito di mani silenziato ed il clacson sulle automobili credo sia un optional da acquistare
separatamente; gli unici a chiacchierare siamo come al solito io e
Silvio Kilto Malè che oggi, forse, nonostante una preparazione alquanto
deficitaria, cercherà di abbattere il muro delle 3 ore e quaranta che
ultimamente sembra essere invalicabile.
Il silenzio dicevo è la cosa che
all'inizio più ti colpisce, anche se piano piano come un atleta ben
allenato il sole inizia a sbirciare attraverso le nubi. I tifosi
iniziano a scaldarsi e la città a rianimarsi; il percorso è
bellissimo, anche qui 2 giri praticamente speculari in pieno centro
tra parchi verdissimi e canali azzurrissimi. Il percorso è leggermente mosso, ma la vista ripaga ampiamente lo sforzo; comincio a pensare che
Wagner per comporre la sua famosa "Cavalcata delle Valchirie" si
sia ispirato alla maratona di Copenaghen; forse più che a Stoccolma,
bionde ed aitanti amazzoni, rigorosamente con coda di cavallo alta,
sfrecciano in ogni dove (in realtà anche la componente maschile è
ricca di statuari vichinghi, ma non so perché lo noto meno).
Tutto si scalda. La magnifica luce del
nord illumina una città ed un pubblico meraviglioso. Impeccabile
come sempre l'organizzazione: rifornimenti ogni 4 km, assistenza
stradale perfetta con geniali cambi di percorso di qualche
centinaio di metri per agevolare il traffico comunque ordinatissimo. Il sogno di ogni runner che ama correre in città.
Insieme ci godiamo le strade ed i
monumenti, qualche piccolo tratto di pavé e leggeri saliscendi. Intorno al trentesimo km decidiamo di lasciarci. Come ogni
maratoneta sa, da qui inizia il difficile ed è giusto che ciascuno
gestisca la fatica a modo suo. Un ultimo cavalcavia e poi l’arrivo
(a dire il vero meno spettacolare di altre maratone). Ottimo anche il
refreshment post gara in perfetto stile "ecogreen", con yogurt, frutta fresca e fiumi di birra (analcolica).
Un'ultima particolarità: all'arrivo
chiunque batta il suo personale è autorizzato a suonare una
campanella appositamente collocata. Beh, per rispondere ad Ernest
Hemingway che si chiedeva "Per chi suona la campana", questa
volta la campana è suonata per te, amico mio.
Sandro "Monky" Monchieri - 3:28:39
Silvio "Kilto" Malè - 3:38:22 (Personal Best)
4 commenti:
Complimenti, brai gnari!!
Complimenti per la gara e il personale ragazzi e bravo Sandro per aver scritto in modo così entusiasmante la vostra impresa.
Bellissimo il racconto, io cero e posso solo confermare quanto letto! Bravi ragazzi
Alessandro Running Prealpino
complimenti a tutti e due!!! ed il racconto emozionante.... da pelle d'oca !!!
Daniela M.
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