martedì 17 aprile 2012

BOSTON MARATHON

116 edizioni, la maratona più antica del mondo. La più veloce, la più discussa, la maratona dei record non omologabili. Questa è Boston. Che il primato del mondo non si possa siglare qui tutti lo sanno, ma il fascino di questa 42 chilometri non muore mai. Gli ingaggi certo aiutano e anche i premi, tant'è che il maratoneta comunque più veloce del mondo, Geoffrey Mutai, che nel 2011 vinse qui in 2h03'02", anche quest'anno si è ripresentato ai nastri di partenza. 26 mila gli iscritti in tutto.
Quella di Boston non è una gara semplice: il tracciato è da interpretare bene in quanto irregolare e, anche se molto veloce in conseguenza del suo dislivello, è ricco di insidie. Perchè la strada, soprattutto nella seconda parte dopo il 30° chilometro, presenta almeno quattro brevi ma intense salite che obbligano gli atleti a cambi di passo e ritmo che vanno gestiti al meglio. 
Ieri (la Boston Marathon si corre da sempre il terzo lunedì di Aprile in occasione del Patriots' Day) gli atleti hanno avuto un avversario in più: il caldo. A Boston si è andati dai 22° della partenza ai 26° dell'arrivo. Condizioni queste, che hanno inevitabilmente condizionato i risultati, tanto che molti dei leader della corsa sono letteralmente "scoppiati" nel finale di gara. Se ne è avvantaggiato Wesley Korir, che sesto al 20° miglio di gara, ha raccolto per strada chi lo precedeva fino a quel momento, per vincere la gara con un relativamente modesto 2:12:40. 
Primo degli italiani è stato il nostro amico Edi Turco, trapiantato da qualche anno ad Arlington in Virginia, che si è classificato in 150^ posizione assoluta con il tempo finale di 2:46:35, dopo essere transitato alla mezza in 1:19:50. Sempre grande il nostro Edi.  

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